Una visita alla SS. Annunziata di Firenzuola già dei Servi di Maria

In Mugello nella valle del Santerno e nelle cosiddette (un tempo) Alpi Fiorentine, presso l’antica strada che valicava i monti per il giogo di Scarperia, fu fondata negli anni 30 del trecento la cittadina di Firenzuola, il cui nome significa chiaramente ‘piccola Firenze’.
Poco distante dal centro del paese venne eretta anche una chiesa e un piccolo convento dei Servi di Maria dipendente dalla SS. Annunziata di Firenze e suo logico punto di appoggio nei viaggi dei frati oltre gli Appennini.

Nei Quaderni del padre Ubaldo M. Forconi se ne trova la breve storia:
“[...] È difficile attribuire una data precisa alla fondazione del convento di Firenzuola, ma non è difficile stabilire che fosse già aperto almeno nell’anno 1436 perché nelle memorie del nostro convento della SS. Annunziata di Firenze si legge che vi giunsero in quell’anno da Firenzuola il priore di quel convento frate Cristoforo col compagno frate Niccolao.
Però quel convento subì varie e molte vicende tanto che a diverse riprese i frati ne partirono per poi ritornarvi; non ne sappiamo però il perché e neanche che cosa sia loro accaduto fino all’anno 1507 quando, e negli anni susseguenti, fu ripristinato e curato da quei religiosi. [...]

Avvenne che in un giorno di domenica dell’anno 1507 passasse per quel paese uno dei nostri giovani padri di Firenze; aveva 26 anni e si chiamava Miniato; era accompagnato da tre altri frati dello stesso Ordine dei Servi che andavano a Roma e stavano portando le lettere citatorie del capitolo generale. Fu una felice combinazione perché nel castello non c’era un sacerdote che celebrasse la Santa Messa; ciò fecero ben volentieri quei padri e con tanta devozione che i paesani, colpiti dalla loro pietà e zelo, li pregarono calorosamente di tornare a stabilirsi in quel luogo che i loro antenati avevano abbandonato. Quei padri, per parte loro, acconsentirono e presero accordi col priore generale dei Servi Ciriaco Borsani (generale dal 1509 al 1510), e il padre maestro Pellegrino priore del convento della SS. Annunziata di Firenze [lo fu nel 1506] al quale la casa di Firenzuola era unita. Come priore all’inizio venne raccomandato e nominato il suddetto padre Miniato il quale si recò senza indugi dal gig. Vincenzo Guidotti, vicegerente del castello per la Repubblica Fiorentina in quel periodo, e gli chiese calorosamente di favorire la costruzione del convento e della chiesa e di dare tutto il suo appoggio, cosa che egli fece ben volentieri. Mediante il suo aiuto e le offerte di quel popolo affezionato e devoto, il 27 dicembre dello stesso anno si cominciò a costruire il convento ed a restaurare la chiesa della SS. Annunziata che poi con rito solenne venne consacrata, del quale avvenimento fu posta a memoria nel vestibolo della stessa chiesa, come segue: «Il giorno 3 novembre dell’anno del Signore 1532 – questo Tempio fu consacrato in onore del Sommo Dio – sotto il titolo della SS. Annunziata e di S. Sebastiano – dal reverendissimo signor Cherubino Scarpelli Vescovo spicacense (?) [di Pisidia] – essendo patrono di questo devoto convento il maestro Romolo Lorenzi di Firenze durante il priorato di Frate Bartolomeo da Prato».
In questa casa poi fu a lungo superiore lo stesso padre Miniato, la governò con grande impegno e particolare diligenza e la rese illustre con il santo esempio di una vera vita religiosa.

Intanto nello stesso anno 1520, la Compagnia della Santa Croce, che aveva un ospedale intitolato a San Francesco lungo le rive del fiume di quel paese, lo cedette spontaneamente al nostro convento insieme a tutti i possessi e le rendite annessi allo stesso ospedale, la qual cessione venne confermata e ratificata da Firenze anche dal cardinale Giulio dei Medici con lettera del 23 aprile 1520.
L’anno seguente e negli anni successivi molte consorelle del Terz’Ordine emisero la loro professione nelle mani del priore locale padre Salvatore.

[Nello studio a questo punto il padre Forconi salta molti secoli di storia]

Il bombardamento aereo ha gravemente danneggiato il paese e la chiesa; questa è stata ricostruita sulle tracce dell’antica; pare che il solo campanile sia rimasto indenne. L’interno ad una sola navata, non è molto spazioso e non ha pretese architettoniche; dalle crepe che si aprono sul muro interno della facciata trasparisce l’antichità della costruzione; della tela dei Sette Santi Fondatori, od altri ricordi del soggiorno secolare dei Servi di Maria, non rimane più niente.
Sulla facciata si legge questa iscrizione marmorea: «D.O.M. – Divae ab Angelo Nuntiatae – Quo donum fere par esset cultui SS. Crucifixi – Hoc in Templo veneratae Imaginis – Atque vota meritasque solverent sospites – pluribus terrae motibus grates – huius oppidi et finitimi populi - A.D. MDCCCCXXXV».
Difatti questa popolazione ha una grande devozione al SS. Crocifisso che unisce a quella della Sua SS. Madre, per cui gli scampati dai terremoti furono a loro egualmente grati. Unito e ricostruito esiste ancora l’ospedale di cui abbiamo parlato nel corso di questi brevi cenni”.

Nel gradevole sito della Chiesa cattolica dedicato* si leggono altre importanti vicende della chiesa e convento di Firenzuola: sulla scuola che i frati tenevano per il comune (1507-1510), sui priori del cinque-seicento, sul priorato, l’opera e la cronaca del padre Alberto Rotilenzi (1609-1614), sulla finale soppressione, essendo un piccolo convento, decretata con la Bolla di Innocenzo X del 15 ottobre 1652.
I beni di chiesa e convento pertanto ritornarono alla SS. Annunziata di Firenze e poi pervennero a dei privati: ai Giovannini (1730), ai Bianchi di Visignano (1791), ai Berti di Firenzuola, ai del Bene (1846), ai Martini di Firenzuola (1869). Di questi:
“Il cav. Antonio Martini intraprese un’importante campagna di restauro. Il campanile in pietra serena venne costruito a ridosso della chiesa e all’interno vennero inseriti nuovi altari, quello maggiore in pregiati marmi policromi dove fu esposta l’antica e miracolosa Immagine del Crocifisso proveniente dall’abbazia di Moscheta, con ampio coro, organo e campane nuove. La chiesa venne consacrata nel 1882 con cerimonia officiata da monsignor Cecconi, arcivescovo di Firenze e dedicata alla Vergine Annunziata e a San Sebastiano M.

A ricordo della prima consacrazione stava sulla porta questa memoria:
«A. D. MDXXXII. Die. III nov. Consacratum fuit hoc templum ad honorem summi Dei et sub titulo D. Annuntiatae Sanctique Sebastiani a r. d. Cherubino perusino de Scarpellis episcopo spicacensi protegente hunc devotum conventum magistro Romulo Laurentiano de Florentia tempore prioratus fr. Bartholommaei de Prato».

Anni dopo però gli eredi Martini cedettero la chiesa alla propositura di San Giovanni Battista (1933). Iniziarono quindi altri lavori (1935) per sanare le lesioni provocate dal recente terremoto (1931). Durante la Seconda Guerra Mondiale un bombardamento distrusse Firenzuola (1944) e danneggiò la SS. Annunziata che, restaurata, passò allo status di parrocchia fino al 1966 quando venne edificata di nuovo la propositura. Altri restauri conservativi ebbero luogo nel 1997 e 2006-2012 ...

Sulla Firenzuola e l’Ordine gli Annali dei Servi di Maria danno varie brevi notizie che non trovo citate da altre fonti. Una riguarda fra Girolamo da Firenzuola che fu discepolo del padre maestro Romolo Lorenzi († 1544), teologo al Concilio di Trento, predicatore, provinciale di Toscana dal 1548 al 1551 e abate dell’abbazia di San Godenzo in Alpe avanti il 1555 – anch’essa era dipendenza montana della SS. Annunziata di Firenze.

Fanno invece riferimento alla devozione dei Servi le altre informazioni che ricordano come nel giugno del 1612 Donato falegname di Vico Brancaldole non lontano da Firenzuola (Piancaldoli) subì una grave malattia: la rottura della membrana peritoneale e l’uscita delle viscere. Oppresso dall’ernia e sofferente, avendo ripreso un poco le forze, volle andare a Firenze a pregare davanti alla SS. Annunziata e qui giunto, postosi a supplicare, lacrimando, fu miracolosamente liberato dall’ernia.
Nel 1620 invece tre bambini furono guariti per intercessione di San Filippo Benizi protettore dei fanciulli. Uno di loro si chiamava Bartolomeo Gondonio ed era di Firenzuola. Il genitore, devoto a San Filippo, glielo raccomandò con tutto il cuore, e non invano, perché il 23 aprile 1618, liberato dal dolore alla gola, il bambino prese volentieri il latte e il cibo e si riprese completamente.

Paola Ircani Menichini, 29 agosto 2025. Tutti i diritti riservati.




L'articolo
in «pdf»